4 giugno dell’anno 78. Isaak Bromberg. Lotta fra i due vecchi di ferro

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Per quanto riguarda il tipo di attività, noi del COMCON-2 non vietavamo mai niente a nessuno: non conosciamo a sufficienza la scienza contemporanea per poter far questo. I divieti li pone il Consiglio Mondiale. Il nostro compito, invece, consiste nel far rispettare questi divieti e nello sbarrare il cammino a fughe di informazioni, perché è proprio la fuga di informazioni, in questi casi, che porta alle più terribili conseguenze.

Evidentemente, Bromberg non voleva o non poteva capirlo. La lotta per l’abbattimento di tutte le barriere, di qualsiasi tipo, sulla strada della diffusione delle informazioni scientifiche era diventata proprio la sua idea fissa. Aveva una vivacità straordinaria e un’energia inesauribile. I suoi contatti nel mondo scientifico erano innumerevoli, e gli bastava sentire che i risultati di un promettente studio erano stati accantonati, per andare in bestia e sforzarsi di svelare, smascherate e strappare i veli.

Non c’era niente da fare con lui. Non ammetteva compromessi, perciò mettersi d’accordo con lui era impossibile, non ammetteva sconfitte, perciò era impossibile batterlo. Era inarrestabile, come un cataclisma cosmico.

Ma, evidentemente, persino l’idea più astratta ha bisogno di un punto di applicazione sufficientemente concreto. E questo punto, personificazione concreta delle forze del male, contro cui battersi, era diventato per lui il COMCON2 in generale e Sua Eccellenza in particolare. «COMCON-2!», sibilò velenoso, balzando verso Sua Eccellenza e subito ritraendosi. «Oh, santo Iddio!… Prendere l’abbreviazione nota a tutti — Commissione per i Contatti con altre civiltà! Nobile, elevata! Gloriosa! — e nascondervi dietro la sua puzzolente Confraternita! Commissione di Controllo, piuttosto! Un Complotto di Conservatori anzi, e non una Commissione di Controllo! Un Commando di Controrivoluzionari!…

In questo mezzo secolo aveva infastidito Sua Eccellenza oltre misura. Per quanto avevo potuto capire, gli aveva proprio dato fastidio, come danno fastidio le mosche o le zanzare. Ovviamente, non era in condizione di recare alcun danno sostanziale alla nostra causa. Semplicemente non era nelle sue forze. Però era nelle sue forze borbottare, schiamazzare e blaterare, distrarre dall’azione, non dare pace, scagliare frecce velenose, esigere il rigoroso adempimento di tutte le formalità, infiammare l’opinione pubblica contro il predominio delle formalità, in una parola: estenuare. Non mi sarei meravigliato se fosse venuto fuori che venti anni prima Sua Eccellenza si era tuffato nel sanguinoso disordine del pianeta Sarald soprattutto per riposarsi un po’ da Bromberg. Mi dispiaceva particolarmente per Sua Eccellenza, anche perché Sua Eccellenza è una persona non solo di princìpi, ma soprattutto molto giusta, che si rendeva pienamente conto che l’attività di Bromberg, a prescindere dalle forme che assumeva, aveva anche una funzione positiva: si trattava di una forma di controllo sociale, un controllo sul controllo.

Ma per quanto riguarda il vecchio e velenoso Brornberg, lui era evidentemente privo del più elementare senso di giustizia, e il nostro lavoro lo rifiutava per principio, lo riteneva nocivo e lo odiava di tutto cuore. Ma la forma in cui si esprimeva quest’odio era talmente sgradevole, le maniere di quel vecchio ostinato erano a tal punto insopportabili che Sua Eccellenza, nonostante il suo sangue freddo e il suo incredibile autocontrollo, perdeva totalmente la testa. Cominciava ad urlare e ad attaccar briga, diventava sciocco e malevolo ogni volta che si imbatteva così, faccia a faccia con Bromberg. «Scorfano ignorante! — gridava arrabbiato. — Lei fa il parassita sugli insuccessi dei luminari! Lei non è in grado di inventare la salsa per gli spaghetti, e si permette di dar giudizi sul futuro della scienza! Lei solo discredita la causa che pretende di difendere, non è che un diffusore di aneddoti a buon mercato!…»

Evidentemente era un po’ che i due vecchi non si trovavano faccia a faccia e ora si sfogavano con particolare accanimento e si sputavano addosso il fiele e il veleno che avevano accumulato. Era uno spettacolo istruttivo Sotto molti aspetti, sebbene contraddicesse apertamente la tesi universalmente sostenuta che l’uomo è buono per natura e ha il senso della dignità. Sembravano non degli uomini, ma dei vecchi galli da combattimento. Mi accorsi per la prima volta che Sua Eccellenza era molto vecchio.

Tuttavia, nonostante fosse privo del benché minimo senso estetico, questo spettacolo riversò sudi me una valanga di informazioni veramente preziose. Molte allusioni non le capii nemmeno: si parlava, evidentemente, di cose ormai morte e sepolte. Alcune storie menzionate le conoscevo bene. Ma qualcosa anche sentii e capii per la prima volta.

Seppi, per esempio, che cos’è l’operazione “Specchio”. A quanto pare si chiamavano così le manovre generali, assolutamente segrete, per riflettere una possibile aggressione dall’esterno (presumibilmente, l’invasione da parte dei Nomadi dello Spazio), effettuate circa quattro decenni prima. Erano pochissimi quelli che sapevano di quest’operazione, mentre milioni di uomini, che pure vi avevano preso parte, non ne sospettavano nemmeno l’esistenza. Nonostante tutte le misure di sicurezza, come quasi sempre succede in casi di portata globale, perirono alcune persone. Uno dei capi dell’operazione e responsabile della segretezza era Sua Eccellenza.

Seppi anche come era nato il caso “Il Mostro”. Come è noto, Jonathan Pereira, di sua iniziativa, interruppe il suo lavoro nel campo dell’eugenetica teorica. Congelando questo campo, il Consiglio Mondiale seguì appunto le sue indicazioni. Accadde che il nostro caro Bromberg subodorasse qualcosa, e spifferasse in giro particolari della teoria di Pereira. Il risultato fu che un quintetto di scatenati di grande talento, del laboratorio Schweitzer di Bamako, si rimise all’opera e per poco non portò a compimento l’esperimento, con una nuova variante dell’Homo superior .

La storia degli androidi la conoscevo a grandi linee anche prima, soprattutto perché viene sempre citata come esempio classico di un problema etico irresolubile. Tuttavia era curioso sentire come il dottor Bromberg non ritenesse affatto chiuso il problema degli androidi. Il problema “soggetto od oggetto” in questo caso per lui non esisteva affatto. Del segreto professionale degli scienziati che si occupano di androidi se ne fregava, e quanto al diritto degli androidi al segreto della personalità, lo considerava una sciocchezza. Tutti i particolari di questa storia dovrebbero essere pubblicati a beneficio delle generazioni future, e il lavoro con gli androidi dovrebbe continuare…

E così via.

Fra le storie di cui non avevo mai sentito parlare prima, una attrasse la mia attenzione in particolar modo. Si parlava di un oggetto che chiamavano ora sarcofago ora incubatrice. A questo sarcofago-incubatrice nella loro discussione collegavano, non si sa perché, “i detonatori”, chiaramente quegli stessi per cui Bromberg era venuto e che stavano ora sul tavolo davanti a me coperti dalla sciarpa colorata. Ai detonatori, del resto, era stato accennato di sfuggita, e l’intrigo principalmente verteva intorno alla “cortina fumogena dell’odiosa segretezza”, posta da Sua Eccellenza intorno al sarcofago-incubatrice. Proprio come effetto di questa segretezza, un certo dottore, che aveva ottenuto risultati unici nel campo della antropometria e della fisiologia dell’uomo di Cro-Magnon[21] (che c’entrava l’uomo di Cro-Magnon?), era stato costretto a tenerli nascosti, frenando in tal modo lo sviluppo della paleoantropologia. Ed un altro scienziato, che aveva indovinato il principio di funzionamento del sarcofago-incubatrice, si era trovato nella situazione ambigua e sgradevole dell’uomo a cui il mondo scientifico ascrive la scoperta di quel principio, per cui abbandonò del tutto la scienza e ora dipinge mediocri paesaggi…

Mi feci attento. I detonatori erano legati al misterioso sarcofago. Per i detonatori si era fatto vivo Bromberg. I detonatori Sua Eccellenza li aveva adoperati come esca per Lev Abalkin. Mi misi ad ascoltare con raddoppiata attenzione, sperando che, nel polverone della lite, i due vecchi spifferassero qualche dato importante su Lev Abalkin. Ma questo dato importante lo sentii solo quando si quietarono.

21 Cro-Magnon è il nome di una regione francese dove sono stati recuperati per la prima volta i più antichi resti di esseri umani moderni (Homo sapiens ). (N.d.R. )
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